Indice
- ESRS: cosa sono?
- ESRS e Commissione Europea: quando e come sono stati approvati
- Quando verranno applicati gli ESRS?
- ESRS: quali aziende devono rispettarli? CSRD e ESRS
- ESRS cosa prevedono? I 12 ESRS proposti da EFRAG e cosa contengono
- ESRS 1: Requisiti Generali o General Requirement
- ESRS 2: Informativa Generale o General Disclosures
- ESRS E1: Clima o Climate change
- ESRS E2: Inquinamento o Pollution
- ESRS E3: Acqua e risorse marine o Water and Marine Resources
- ESRS E4: Biodiversità ed Ecosistemi o Biodiversity and Ecosystems
- ESRS E5: Uso delle Risorse e Economia Circolare o Resource use and circular economy
- ESRS S1: Forza Lavoro Propria o Own Workforce
- ESRS S2: Lavoratori nella catena del valore o Workers in the value chain
- ESRS S3: Comunità Interessate o Affected communities
- ESRS S4: Consumatori e utenti finali o Consumers and end users
- ESRS G1: Condotta aziendale o Business conduct
ESRS: cosa sono?
Gli ESRS sono i nuovi standard europei per la rendicontazione societaria di sostenibilità, adottati in via definitiva a luglio 2023 dalla Commissione Europea.
Gli ESRS rappresentano un nuovo step verso la sostenibilità dell’economia Europea e verso la sostenibilità aziendale. Questo processo di trasformazione sostenibile è iniziato con il Green Deal nel 2019, ed è passato attraverso una serie di direttive e atti legislativi tra cui la direttiva CSRD, direttiva CSDDD per la due diligence e la nuova normativa sul Greenwashing 2024/825/UE.
Gli standards ESRS elaborati dall'organismo tecnico European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) definiscono le modalità, i requisiti generali e gli obblighi di informativa che le imprese sono obbligate a seguire per la rendicontazione ESG di sostenibilità. I nuovi standard di rendicontazione ESRS si compongono, oltre ai due standard generali, di 10 standard topici relativi all’ambiente (5), al sociale (4) e alla governance (1).
Questi standard forniscono uno strumento per organizzare ed illustrare le informazioni ESG nel modo più chiaro e trasparente possibile. Tali standard sono stati realizzati tenendo in considerazione quanto già noto e presente negli standard globalmente noti come i GRI (Global Reporting Initiative) e gli ISSB (International Sustainability Standards Board).
ESRS acronimo: cosa significa?
L’acronimo ESRS significa European Sustainability Reporting Standards, ovvero Standard Europei per la Rendicontazione della Sostenibilità.
Il nome ESRS richiama la necessità di unificare svariate norme, standard settoriali e vari regolamenti che miravano a fornire linee guida sulla rendicontazione della sostenibilità, ma non in modo olistico sui tre pilastri E-S-G.
ESRS e Commissione Europea: quando e come sono stati approvati
La Commissione Europea ha adottato la prima serie di ESRS European Sustainability Reporting Standards il 31 luglio 2023, con l’obiettivo di uniformare il modo in cui le imprese UE e Extra UE effettuano rendicontazioni di sostenibilità.
Gli ESRS sono diventati legge ad Ottobre 2023 in tutti e 27 gli stati dell’unione Europea, anche se possono essere applicati da tutte le imprese globalmente.
Gli ESRS sono ancora alla prima serie: nei prossimi anni entreranno in vigore versioni settoriali: Inoltre, sono in fase di pubblica consultazione fino a giugno gli standard per le piccole e medie imprese e per PMI quotate (LSME) e per le aziende non obbligate (VSME).
Quando verranno applicati gli ESRS?
I requisiti di conformità entreranno in vigore nelle rendicontazioni del 2025, ovvero in riferimento all’anno fiscale 2024 per le imprese che hanno obbligo di rendicontare con la NFRD.
Per tutte le imprese che sono obbligate dalla norma CSRD a rendicontare le proprie politiche di sostenibilità gli ESRS entreranno in vigore seguendo queste tempistiche di questa:
ESRS: quali aziende devono rispettarli? CSRD e ESRS
Le imprese che sono obbligate a rispettare gli standard ESRS sono tutte le imprese coinvolte dalla direttiva CSRD a redigere un bilancio di sostenibilità. Ovvero dal 2025 (per l’anno fiscale 2024) le imprese con almeno due di questi criteri:
- Attivo in bilancio oltre i 20 milioni di euro
- Fatturato oltre i 40 milioni di euro
- Numero di addetti superiore a 250 nell’esercizio 2024
Gli ESRS sono stati utilizzati per creare le nuove normative sulla sostenibilità, come la CSDDD per la Due Diligence e la normativa CSRD.
ESRS cosa prevedono? I 12 ESRS proposti da EFRAG e cosa contengono
Gli ESRS si compongono di 12 standard e comprendono 2 standard generali e 10 topici sui temi ESG, divisi nelle tre categorie: 5 standard Environment, 4 standard Social e 1 standard Governance.
Ecco l’elenco degli standard, che esamineremo poi nel dettaglio:
- Generali
- 1 Requisiti generali
- 2 Informativa generale
- Ambientali o Environmental
- E1 Cambiamenti climatici
- E2 Inquinamento
- E3 Risorse idriche e marine
- E4 Biodiversità ed ecosistemi
- E5 Economia circolare
- Sociale o Social
- S1 Forza lavoro propria
- S2 Lavoratori nella catena del valore
- S3 Comunità interessate
- S4 Consumatori e utenti finali
- Governo o Governance
- G1 Condotta aziendale
ESRS 1: Requisiti Generali o General Requirement
Nella sezione ESRS 1 sono disponibili tutti i requisiti generali che una rendicontazione di sostenibilità deve avere per essere allineata alle normative europee.
Un bilancio di sostenibilità redatto da un’azienda coinvolta dalla CSRD deve obbligatoriamente seguire tutti questi requisiti, ma anche le rendicontazioni di sostenibilità facoltative possono beneficiare nell’allinearsi a questi requisiti, perché risultano più trasparenti.
In questo standard vengono esaminati prima di tutto i requisiti minimi di divulgazione dei contenuti su politiche, azioni, target e metriche sulla sostenibilità, le convenzioni redazionali e le caratteristiche qualitative e quantitative che le informazioni devono avere in un bilancio di sostenibilità.
Viene poi presa in esame l’analisi di materialità, spiegando gli impatti della doppia materialità, oltre che le modalità per analizzare la rilevanza degli impatti (rischi ed opportunità) e i livelli di disgregazione da utilizzare.
La doppia materialità è diventata il riferimento secondo cui individuare le questioni di materialità per ogni organizzazione, su cui effettuare la rendicontazione secondo la norma CSRD. Si tratta di prendere in analisi sia la materialità d’impatto che la materialità finanziaria, ovvero:
- materialità d’impatto o materialità diretta: è necessario esaminare impatti, rischi e opportunità che le attività dell’impresa hanno sull’ambiente, sulla comunità e più in generale sul mondo.
- materialità finanziaria o materialità indiretta: è necessario esaminare ed evidenziare impatti, rischi e opportunità che la sostenibilità può avere sulla finanza d’impresa e sulla sua capacità di operare, sulla sua continuità, sui flussi di cassa, sull’accesso ai finanziamenti e sul costo del capitale;
Viene poi esaminata la due diligence e la catena del valore, viene inoltre illustrato come strutturare il bilancio di sostenibilità e come riportarlo alle altre parti e componenti del reporting aziendale (allegandolo al Bilancio Economico d’impresa nella relazione sulla gestione) e le disposizioni transitorie.
ESRS 2: Informativa Generale o General Disclosures
Nello standard ESRS 2 sono elencate tutte le “Disclosures” ovvero tutti gli obblighi di informativa necessarie per sviluppare una rendicontazione di sostenibilità o un bilancio di sostenibilità.
L’ESRS 2 consiste in circa 12 punti relativi a svariate sfaccettature della rendicontazione di sostenibilità, che comprendono l’informativa sul processo di valutazione della materialità, le relazioni con il modello di business aziendale, addentrandosi poi nei requisiti di informativa per le politiche e le azioni della strategia di sostenibilità dell’organizzazione.
L’appendice A informa sulla base generale per la rendicontazione della sostenibilità, le direttive riguardanti agli organi di amministrazione, direzione e controllo e il loro ruolo nel bilancio di sostenibilità, le strategie da utilizzare per una gestione aziendale sostenibile e la gestione di impatti, rischi e opportunità di sostenibilità per le imprese.
L’appendice B dello standard ESRS 2 contiene l’elenco dei punti negli standard trasversali e di attualità che derivano da altre norme dell’Unione Europea e l’appendice C è presente un riassunto dei requisiti inseriti nello standard ESRS 1.
ESRS E1: Clima o Climate change
Lo standard ESRS E1 è relativo al clima e al cambiamento climatico, ed ha come obiettivo la trattazione degli impatti che l’impresa ha con riferimento al cambiamento climatico e alle misure per la mitigazione degli impatti avversi sul clima e sugli ecosistemi.
Nello specifico questo standard illustra e richiede la rendicontazione di:
- tutte le modalità con cui l’impresa influisce sul cambiamento climatico, sia in termini di impatti positivi che negativi, che in termini di impatti effettivi e potenziali;
- gli sforzi per mitigare il cambiamento climatico effettuati dall’impresa in passato, gli sforzi in corso e gli sforzi futuri pianificati. Sono qualificate tutte le azioni in linea con l’accordo di Parigi e devono mirare alla limitazione del riscaldamento globale a 1,5° come definito dal Green Deal e dal Fit for 55;
- tutti i piani che l’impresa ha per adattare il proprio modello di business e la propria strategia, nel presente o pianificati nel futuro, così da traguardare una transizione verso un’economia sostenibile e limitare il riscaldamento globale a 1,5°;
- qualunque azione che l’azienda ha effettuato per porre rimedio agli impatti effettivi o potenziali sull’ambiente e sui cambiamenti climatici, per affrontare rischi e opportunità. È importante anche analizzare i risultati delle azioni effettuate;
- I rischi e le opportunità che derivano dagli impatti e dalle dipendenze dell’impresa dai cambiamenti climatici e dal modo in cui l’impresa li gestisce;
- Gli effetti finanziari che il cambiamento climatico può avere sull’impresa a breve termine, a medio termine e a lungo termine, i rischi e le opportunità finanziarie derivanti da tutti i punti precedenti sul cambiamento climatico.
Lo standard ESRS E1 comprende i seguenti punti relativi al cambiamento climatico e all’impresa:
- Piano di transizione per la mitigazione del cambiamento climatico
- Politiche relative alla mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento
- Azioni e risorse in relazione al clima
- Obiettivi relativi alla mitigazione del cambiamento climatico e adattamento
- Consumo energetico e mix
- Calcolo delle emissioni di scope 1, 2, 3 e definizione dell’intensità emissiva di GHG
- Rimozione del GHG e progetti di mitigazione e compensazione di GHG tramite l’acquisto di crediti di carbonio o Carbon Credit
- Effetti finanziari previsti da rischi fisici e di transizione materiali e potenziali opportunità legate al clima
ESRS E2: Inquinamento o Pollution
Lo standard ESRS E2 è relativo all’inquinamento ed è articolato in 6 punti:
- Politiche relative all’inquinamento
- Azioni e risorse relative all’inquinamento
- Obiettivi relativi all’inquinamento
- Inquinamento di aria, acqua e suolo
- Sostanze pericolose e sostanze molto pericolose alta preoccupazione
- Effetti finanziari previsti derivanti dall’inquinamento impatti, rischi e opportunità
Lo standard ESRS E2 ha come obiettivo descrivere le modalità in cui l’impresa rendiconta gli inquinamenti di suolo, acqua e aria nel bilancio di sostenibilità.
Un esempio dei KPI che questo standard chiede alle imprese di misurare è relativo alle microplastiche generate o utilizzate dall’impresa e quanto impattano nel suolo e nell’acqua (nella sezione “Inquinamento di aria, acqua e suolo”).
ESRS E3: Acqua e risorse marine o Water and Marine Resources
Lo standard ESRS E3 definisce le modalità di rendicontazione degli impatti delle organizzazioni sull’acqua e sulle risorse marine.
Questo standard definisce come rendicontare le questioni materiali su questo tema partendo dalle politiche relative all’acqua e alle risorse marine dell’impresa, passando perle azioni legate ad esse, agli obiettivi definiti dall’impresa, al consumo di acqua fino agli effetti finanziari previsti.
Richiede alle imprese di effettuare svariate considerazioni e misurare molti KPI, tra cui la misurazione del consumo di acqua. Altri KPI inclusi sono: il consumo totale di acqua per tutte le attività dell’impresa in m3, il consumo di acqua in m3 nelle zone ad alto rischio, l’acqua totale riciclata e riutilizzata in m3 e l’acqua totale stoccata in m3.
Lo standard richiede la rendicontazione anche delle intenzioni dell’impresa di contribuire all’accordo sulla Blue Economy, con riferimento particolare alla direttiva 2000/60/CE sul quadro sulle acque, la direttiva 2014/89/UE sulla pianificazione dello spazio marittimo e per gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG 6 per Acqua pulita e SDG 14 Vita sott’acqua).
ESRS E4: Biodiversità ed Ecosistemi o Biodiversity and Ecosystems
Lo standard ESRS E4 mira a fornire le linee guida relative alla rendicontazione dell’impatto che le attività dell’impresa hanno sulla biodiversità e sugli ecosistemi.
Contiene sei macro aree: piano di transizione e considerazioni sulla biodiversità e ecosistemi, politiche relative alla gestione di biodiversità e ecosistemi, azioni e risorse, obiettivi aziendali legati alla biodiversità e agli ecosistemi e le metriche per misurarli, gli effetti finanziari relativi alla biodiversità e ecosistemi.
Questo standard richiede di misurare svariati KPI relativi alla sostenibilità aziendale: se l’impresa ha siti all’interno o in prossimità di aree sensibili per quanto riguarda la biodiversità e se le attività influiscono su quest’area, devono essere indicate specifiche grandezze utili a capirne come l’azienda tiene conto del proprio impatto.
Lo standard ESRS E4 stabilisce il termine “biodiversità” come habitat terrestri, di acqua dolci e marini, ecosistemi e popolazioni di specie di fauna e flora.
ESRS E5: Uso delle Risorse e Economia Circolare o Resource use and circular economy
L’ultimo degli standard legati all’ambiente è l’ESRS E5 ed è legato all’uso delle risorse e all’Economia Circolare. Nel dettaglio riguarda l’estrazione delle risorse, il riutilizzo delle risorse e di opportunità e rischi di implementare un modello di economia circolare.
Un esempio di KPI relativo allo standard ESRS E5 è il tasso di impiego nei processi e prodotti aziendali di materiale riutilizzato e quanto viene scartato come rifiuto. Questo standard tratta inoltre la rendicontazione sulla gestione dei rifiuti.
Nello standard ESRS E5 viene definita l’Economia Circolare come un sistema economico in cui il valore di materiali, di prodotti e di tutte le risorse dell’economia viene mantenuto più a lungo possibile, riducendo i rifiuti al minimo.
ESRS S1: Forza Lavoro Propria o Own Workforce
Il primo degli standard ESRS sociali, lo standard ESRS S1, riguarda la gestione della propria forza lavoro. Questo standard illustra come rendicontare le politiche relative alla propria forza lavoro, il coinvolgimento dei propri lavoratori in merito agli impatti e gli interventi sulle questioni materiali per l’organizzazione.
Richiede la raccolta di svariate informazioni tra cui: metriche sulla diversità, l’inclusione e il trattamento delle persone con disabilità, metriche sull’equilibrio tra lavoro e vita privata, metriche retributive e incidenti e reclami.
Un esempio di KPI che dovranno essere misurati: il numero di incidenti sul lavoro, la gravità di questi incidenti e il numero di reclami. Dovranno essere evidenziate le condizioni di lavoro, tra cui: lavoro sicuro, orari di lavoro, salario adeguato, libertà di associazione, parità di genere e di retribuzione e la formazione dipendenti.
La successiva norma CSDDD o CS3D, sulla due diligence aziendale, utilizza questo ed altri standard sociali per misurare gli impatti sociali dell’impresa.
ESRS S2: Lavoratori nella catena del valore o Workers in the value chain
Lo standard ESRS S2 riguarda tutti i lavoratori coinvolti nella catena del valore, ovvero che non sono lavoratori o collaboratori diretti dell’impresa ma operano nelle varie imprese a monte o a valle della filiera.
Questo standard non richiede di misurare gli impatti sui lavoratori a contratto o sui collaboratori, che rientrano nello standard S1 come “manodopera propria”, ma è specifico per i lavoratori nella catena del valore a monte e a valle dell’impresa.
Questo standard richiede che le imprese misurino il coinvolgimento e le politiche relative ai lavoratori nelle imprese nella catena del valore, tramite svariati KPI come: occupazione sicura, orari di lavoro, retribuzione adeguata, dialogo sociale, contrattazione collettiva, lavoro minorile e lavoro forzato per tutti i lavoratori della catena del valore.
ESRS S3: Comunità Interessate o Affected communities
Lo standard ESRS S3 mira a regolamentare come le imprese rendicontano gli impatti sulle comunità interessate e locali.
Lo standard definisce le comunità interessate come “comunità che vivono o lavorano nei pressi dei siti operativi dell’impresa, comunità interessate dalle attività dell’impresa, comunità lungo dalla catena del valore dell’impresa (a monte e a valle) comprese comunità e popolazioni indigene interessate in qualunque punto della catena del valore”.
È quindi evidente che questo standard richiede di rendicontare gli impatti positivi e negativi non solo verso la comunità che vive in prossimità dei siti produttivi, ma tutte le comunità lungo la catena del valore.
Un esempio di KPI richiesti dallo standard ESRS S3 sono: il numero dei canali per raccogliere reclami dalle comunità, le linee dirette per il dialogo verso gli stakeholder ed i processi oppure le iniziative aziendali per la mitigazione degli effetti dell’attività dell’impresa sulle comunità locali.
ESRS S4: Consumatori e utenti finali o Consumers and end users
Lo standard ESRS S4 richiede alle imprese di rendicontare gli impatti che le attività dell’impresa hanno su consumatori e utenti finali e gli impatti che la gestione di essi possono avere sull’impresa (anche finanziariamente).
Lo standard ESRS S4 richiede di misurare tutte le politiche relative ai consumatori e agli utenti finali, i processi per il loro coinvolgimento, la sicurezza e la salute dei consumatori legata alle attività dell’impresa e ai suoi prodotti.
Un esempio di KPI che vengono richiesti da questo standard per misurare gli impatti sui consumatori finali è inerente alla misurazione dei processi che l’impresa ha per mettersi in contatto con i consumatori e sugli utenti finali, la loro affidabilità, il loro tasso di utilizzo e la loro efficacia.
Diventa fondamentale anche misurare gli impatti negativi che l’impresa ha su consumatori ed utenti finali che non sono segnalati direttamente all’impresa ma possono essere identificati attraverso il coinvolgimento di stakeholder ed utilizzatori di vario genere.
ESRS G1: Condotta aziendale o Business conduct
Lo standard ESRS G1 è l’unico standard che descrive gli obblighi di informativa inerenti all’aspetto di Governance e riguarda la rendicontazione di tutti gli aspetti di condotta e gestione dell’attività.
Tale scelta è coerente con la presenta di due standard trasversali ESRS 1 e ESRS 2 che, di fatto, trattano già tematiche inerenti alla governance di impresa sulle questioni di sostenibilità, definendo i requisiti generali e gli obblighi di informativa sull’esecuzione dell’analisi di doppia materialità e sulle modalità di redazione del bilancio di sostenibilità.
Lo standard ESRS G1 ha quindi il compito di trattare i temi di governance esclusi dagli standard trasversali.
Lo standard richiede di rendicontare collettivamente la “condotta aziendale o questioni relative alla condotta aziendale” come:
- l’etica e la cultura aziendale, la lotta alla corruzione e concussione, la protezione degli informatori e il benessere degli animali;
- la gestione dei rapporti con i fornitori, le pratiche di pagamento, i ritardi ai pagamenti con particolare attenzione ai pagamenti a piccole e medie imprese;
- tutte le attività di influenza politica e le attività di lobbying e in generale tutte le attività di politica;
Lo standard ESRS G1 si integra al bilancio di esercizio dell’impresa, contribuendo a fornire una visione d’insieme per come viene gestita l’impresa.
ESRS: come valutare l'impatto ESG della propria filiera
Grazie agli standard ESRS, soprattutto gli standard non trasversali dall’E1 al G1, le aziende possono valutare l’impatto ESG della propria filiera a 360°.
Gli standard ESRS sono la base di tutte le normative sulla sostenibilità, ma non solo: possono essere utilizzati anche dalle imprese per effettuare analisi interne sulla sostenibilità dei processi.