
SFDR, acronimo che significa Sustainable Finance Disclosure Regulation, è un regolamento dell’Unione Europea che è entrato in vigore nel 2021 e che impone agli operatori finanziari di fornire informazioni standardizzate e trasparenti sui prodotti d’investimento.
L’obiettivo dell’SFDR è evitare il greenwashing, migliorare la trasparenza e facilitare il confronto tra prodotti finanziari, permettendo al mercato di orientare gli investimenti verso un’economia davvero più sostenibile.
Gli obiettivi della norma SFDR
La norma SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation) nasce nel contesto del Green Deal europeo e dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con lo scopo di orientare i flussi di capitale verso attività economiche sostenibili e di ridurre il rischio di “greenwashing”, ossia la pratica di presentare come sostenibili prodotti che in realtà non lo sono.
In sostanza, la SFDR impone a gestori di fondi, consulenti finanziari e altri partecipanti ai mercati finanziari di comunicare in modo chiaro e standardizzato come integrano i fattori ESG nei processi decisionali e nei prodotti offerti.
Uno degli obiettivi principali della SFDR è quello di fornire agli investitori informazioni comparabili e affidabili sulle caratteristiche di sostenibilità dei prodotti finanziari. In questo modo, gli investitori possono compiere scelte più consapevoli, favorendo un sistema finanziario più responsabile.
La normativa stabilisce diversi livelli di obblighi informativi: a livello di entità (cioè dell’intermediario finanziario) e a livello di prodotto (cioè del fondo o dello strumento d’investimento).
In particolare, la SFDR introduce una classificazione dei prodotti finanziari basata sul loro grado di sostenibilità: l’articolo 6 riguarda i prodotti che non integrano specificamente fattori ESG; l’articolo 8 riguarda i prodotti che promuovono caratteristiche ambientali o sociali; e l’articolo 9 riguarda quelli con obiettivi d’investimento sostenibile vero e proprio.
Un altro obiettivo centrale della SFDR è quello di armonizzare il quadro normativo europeo, riducendo la frammentazione delle regole nazionali e garantendo condizioni di concorrenza eque tra gli operatori del settore finanziario.
La trasparenza richiesta dalla norma contribuisce inoltre a migliorare la gestione dei rischi di sostenibilità, ossia quegli eventi o condizioni ambientali, sociali o di governance che potrebbero influire negativamente sul valore degli investimenti.
In definitiva, la SFDR rappresenta uno strumento essenziale per favorire la transizione verso un’economia più verde e inclusiva, promuovendo un approccio integrato e responsabile alla finanza sostenibile.
SFDR: quali sono gli investimenti sostenibili?
Il regolamento SFDR definisce l’investimento sostenibile come:
“investimento in un’attività economica che contribuisce a un obiettivo ambientale, misurato, ad esempio, mediante indicatori chiave di efficienza delle risorse concernenti l’impiego di energia, l’impiego di energie rinnovabili, l’utilizzo di materie prime e di risorse idriche e l’uso del suolo, la produzione di rifiuti, le emissioni di gas a effetto serra nonché l’impatto sulla biodiversità e l’economia circolare o un investimento in un’attività economica che contribuisce a un obiettivo sociale, in particolare un investimento che contribuisce alla lotta contro la disuguaglianza, o che promuove la coesione sociale, l’integrazione sociale e le relazioni industriali, o un investimento in capitale umano o in comunità economicamente o socialmente svantaggiate a condizione che tali investimenti non arrechino un danno significativo a nessuno di tali obiettivi e che le imprese che beneficiano di tali investimenti rispettino prassi di buona governance, in particolare per quanto riguarda strutture di gestione solide, relazioni con il personale, remunerazione del personale e rispetto degli obblighi fiscali”
Possiamo riassumere questa lunghissima definizione con le prime due lettere dell’acronimo ESG: un investimento sostenibile è un investimento in un’attività economica che ha un impatto importante nelle attività per l’Ambiente (E = Environmental) e per il Sociale (S = Social).
La parte Governance interviene a posteriori: non è un investimento sostenibile se l’impresa in cui si sta investendo non ha ottimi sistemi di gestione e rendicontazione delle proprie attività.
Nello specifico il regolamento SFDR prevede tre classificazioni per quello che si intende come “investimento sostenibile”:
- Prodotti “Articolo 6”: questi prodotti integrano le considerazioni dei rischi ESG nel processo decisionale di investimento (oppure possono spiegare perché questi rischi non sono pertinenti), ma non soddisfano gli altri criteri;
- Prodotti “Articolo 8”: questi prodotti promuovono le caratteristiche sociali o ambientali e possono avere dei risvolti sostenibili, ma questi non sono l’obiettivo principale dell’attività economica;
- Prodotti “Articolo 9”: questi prodotti hanno un chiaro obiettivo di investimento sostenibile;
A chi si applica il regolamento SFDR?
La normativa SFDR si applica a tutti gli operatori finanziari e i consulenti finanziari con sede nell’Unione Europea, oltre che ai gestori degli investimenti e ai consulenti con sede fuori dall’UE ma che commercializzano i propri prodotti ai clienti dell’UE.
I prodotti interessati dalla normativa sono gli UCITS, i FIA, i portafogli a gestione separate e i mandati di sub-consulenza, oltre che la consulenza finanziaria quando fornita all’interno dell’Unione Europea o da una società di investimento dell’Unione Europea.
Il Regno Unito non rientra nel campo di applicazione della normativa SFDR, ma nel 2021 la Financial Conduct Authority ha pubblicato un documento assimilabile alla SFDR.
Cos’è il regolamento sulla tassonomia dell’UE e in che modo influisce sulla SFDR?
Il Regolamento sulla Tassonomia dell’Unione Europea (Regolamento UE 2020/852) è uno strumento complementare alla SFDR, volto a creare un linguaggio comune e coerente per definire che cosa si intende per attività economica sostenibile all’interno dell’Unione Europea.
Mentre la SFDR impone agli operatori finanziari di fornire informazioni trasparenti e comparabili sui rischi e sugli impatti ESG dei propri prodotti, la Tassonomia UE stabilisce i criteri tecnici con cui valutare se un’attività economica può essere considerata effettivamente sostenibile dal punto di vista ambientale.
In altre parole, la SFDR riguarda “come comunicare” la sostenibilità, mentre la Tassonomia definisce “che cosa è sostenibile”.
Gli obiettivi principali della Tassonomia UE
Il regolamento sulla Tassonomia nasce per:
Un’attività economica, per essere considerata “ecosostenibile” ai sensi della Tassonomia, deve contribuire in modo sostanziale ad almeno uno dei seguenti sei obiettivi ambientali:
Inoltre, l’attività non deve arrecare un danno significativo (Do No Significant Harm) a nessuno degli altri obiettivi ambientali e deve rispettare garanzie minime sociali e di governance.
L’integrazione tra SFDR e Tassonomia
Le due normative operano in modo sinergico:
- La SFDR stabilisce gli obblighi di trasparenza per i partecipanti ai mercati finanziari, richiedendo la divulgazione del grado di sostenibilità dei prodotti offerti;
- La Tassonomia UE fornisce i parametri tecnici per qualificare e misurare la sostenibilità delle attività economiche sottostanti.
In particolare, i prodotti finanziari classificati come Articolo 8 e Articolo 9 ai sensi della SFDR devono dichiarare in che misura gli investimenti inclusi nel portafoglio siano allineati alla Tassonomia.
Ciò consente agli investitori di comprendere meglio il livello di contributo effettivo dei fondi agli obiettivi ambientali dell’UE e di distinguere i prodotti realmente sostenibili da quelli che semplicemente promuovono caratteristiche ESG.
Conclusione
La SFDR rappresenta una delle pietre miliari del percorso europeo verso una finanza più sostenibile, trasparente e responsabile. Insieme al Regolamento sulla Tassonomia dell’UE, costituisce un quadro normativo integrato che mira a orientare i capitali privati verso attività economiche realmente sostenibili, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo e dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Grazie a questi strumenti, gli investitori dispongono oggi di informazioni più chiare, comparabili e verificabili sulla sostenibilità dei prodotti finanziari, potendo così compiere scelte di investimento più consapevoli. Allo stesso tempo, le imprese e gli operatori finanziari sono chiamati ad adottare un approccio più rigoroso, trasparente e strategico nella gestione dei fattori ESG (Environmental, Social, Governance).
La transizione verso un’economia a basse emissioni e socialmente equa non può prescindere da un sistema finanziario capace di premiare le imprese virtuose e di disincentivare pratiche di greenwashing.
In questo senso, la SFDR non è solo una normativa tecnica, ma un cambio di paradigma: promuove una cultura finanziaria in cui la sostenibilità diventa un elemento strutturale delle decisioni d’investimento, non più un semplice valore aggiunto.
In definitiva la SFDR segna un passo decisivo verso un futuro in cui la finanza e la sostenibilità procedono insieme, favorendo la creazione di valore non solo economico, ma anche ambientale e sociale, per le imprese, gli investitori e la società nel suo complesso.